La cipolla paglina di Castrofilippo viene coltivata nel nostro territorio da secoli, le prime notizie risalgono alla riforma agraria di Ferdinardo III di Borbone, nei primi anni del 1800. La sua coltivazione è diventata per Castrofilippo tanto presente da caratterizzare il paese e i suoi abitanti. Da qualche anno, in virtù di questa lunga tradizione, del suo stretto legame con la nostra comunità e per le sue rinomate caratteristiche la cipolla paglina è diventata Presidio Slow Food. Per questo la coltivazione è ora disciplinata da un protocollo che riporta gli stessi metodi tradizionali che vengono utilizzati da centinaia di anni e che esclude l’utilizzo di prodotti chimici.
Iniziamo la lavorazione a settembre con la semina, in terreni vicini al mare per approfittare dell’autunno più mite. A gennaio procediamo al trapianto delle piccole piantine, che devono trovare una dimora più comoda per diventare grosse e succose, la cipuddrina viene prima estirpata delicatamente, poi attistata, vengono cioè accorciate le radici per facilitare l’operazione di trapianto. Le piantine hanno bisogno di tornare alla terra in pochissimo tempo e di essere piantate da mani esperte e veloci.
Saranno necessari 5 mesi e un tempo clemente, fatto di pioggia gentile che nutre la cipolla ma non la soffoca e di sole caldo, ma non troppo, perché le nostre cipolline si trasformino in cipolle, polpa bianca e carnosa, grande dolcezza e scarsa acidità, alta digeribilità e pezzatura superiore alla norma, ecco le peculiarità che la fanno apprezzare da chiunque la assaggi. L’unico nostro intervento è la zappuddra con la quale si eliminano con attenzione le erbe infestanti.
Dopo la raccolta, a stagione finita, utilizziamo le cipolle germogliate interrandole nuovamente per produrre i semi per l’anno successico, in un ciclo senza sprechi, che si autosostiene e garantisce la continuità e la biodiversità.